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La vigna di Castelletto (1,07 ha) si trova nella dorsale collinare di Monforte: solo la parte più alta del vigneto, piantata nel 1973 con viti da selezione massale, viene tuttavia utilizzata per la produzione del Barolo Castelletto. Allevate a Guyot, le viti crescono su terreni di marne argillose ricche di calcare e minerali, che si alternano a zone leggermente più sabbiose, ad un’altitudine di 270-300 m s.l.m., con esposizione est/sud-est. Raccolta manuale in cassette da 20 kg e diraspatura; fermentazione in tini aperti di rovere francese, dove il mosto è stato collocato per gravità; giornalmente, delicati rimontaggi e follature; malolattica e maturazione in botti grandi di rovere di Allier per un periodo da 20 a 33 mesi secondo l’annata; riposo in bottiglia per almeno 9 mesi.
La cantina di famiglia è stata fondata da Giovan Battista Burlotto a Verduno, storico comune del Barolo. Molte cose sono cambiate da allora, ma non l’idea di fondo dell'azienda: instillare con sobrietà nei vini l’anima e la vocazione dei luoghi d’origine e dei vitigni. Oggi Marina, il marito Giuseppe Alessandria e i figli Fabio e Cristina rappresentano la quarta e la quinta generazione e continuano a produrre i vini classici della Langa albese, nel solco di una tradizione che considerano un'importante eredità, fatta di scelte coraggiose e ispirate. Le vigne sono costituite oggi da poco più di 16 ettari, distribuiti su 14 cru e 4 comuni diversi: Verduno, Barolo, Monforte d’Alba e Roddi; e di queste 14 vigne, la metà sono celebri menzioni geografiche del Barolo. Le vigne che contribuiscono agli altri vini abbracciano comuni diversi e differenti terroir, dove sono piantati Pelaverga piccolo, Barbera, Dolcetto, Nebbiolo, Freisa e Sauvignon Blanc. Per l'azienda sussistono alcuni punti fermi e imprescindibili: la manualità delle operazioni nel vigneto, la sostenibilità della viticoltura, l’impiego di contenitori di grandi dimensioni, la delicatezza nei lavori di cantina, l’importanza della pazienza e dell’attesa. Ogni vino nasce come esito di un percorso adattato alle circostanze dell’annata, alle risorse potenziali del cru e dell’uva, alle sensazioni che suscita nel suo divenire nel buio della cantina, nel suo trasformarsi, maturare, affinare, rivelarsi.
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La vigna di Castelletto (1,07 ha) si trova nella dorsale collinare di Monforte: solo la parte più alta del vigneto, piantata nel 1973 con viti da selezione massale, viene tuttavia utilizzata per la produzione del Barolo Castelletto. Allevate a Guyot, le viti crescono su terreni di marne argillose ricche di calcare e minerali, che si alternano a zone leggermente più sabbiose, ad un’altitudine di 270-300 m s.l.m., con esposizione est/sud-est. Raccolta manuale in cassette da 20 kg e diraspatura; fermentazione in tini aperti di rovere francese, dove il mosto è stato collocato per gravità; giornalmente, delicati rimontaggi e follature; malolattica e maturazione in botti grandi di rovere di Allier per un periodo da 20 a 33 mesi secondo l’annata; riposo in bottiglia per almeno 9 mesi.